Capitolo 1
I guerrieri stringono un patto di fratellanza nel Giardino di Pesco;
Una vittoria manda in pezzi i ribelli sul campo di battaglia.
Il mondo sotto il Cielo, dopo un lungo periodo di divisione tende a unirsi, ma dopo un lungo periodo di unione tende a separarsi nuovamente.
Quando la dinastia Zhou si sgretolò, il suo territorio si divise in sette regni combattenti, che, dopo lunghi anni di continui scontri, furono unificati sotto la dinastia Qin. Il nuovo impero durò ben poco, si divise e il regno di Chu si contese il territorio con quello di Han, e fu quest’ultimo a trionfare. Il grandioso imperatore Liu Bang fondò così la dinastia Han, che, dopo essere stata interrotta brevemente dalla dinastia Xin, riprese a governare su un territorio unificato.
Nell’anno 183 d.C. la dinastia Han stava collassando sotto la corruzione degli eunuchi, i quali non avevano solo il compito di sorvegliare gli ambienti riservati alle donne, ma erano diventati consiglieri reali con una forte influenza a corte, che toccò il suo apice verso gli ultimi anni della dinastia. Alcuni eunuchi arrivarono ad avere un tale potere da riuscire a piegare l’imperatore e a manovrarlo sotto il proprio volere. I dieci più potenti, malvagi e spietati eunuchi formarono un’aggregazione chiamata i Dieci Custodi Regolari, il cui membro principale, Zhang Rang, ottenne un’influenza così elevata a corte che venne nominato padre adottivo dal regnante imperatore Ling.
In questi anni di degrado vivevano, in un tranquillo villaggio della contea di Julu, tre giovani fratelli, Zhang Bao, Zhang Liang e il maggiore Zhang Jue, studioso in medicina. Quest’ultimo, un giorno, mentre cercava delle erbe in un bosco, incontrò un vecchio eremita che gli fece dono di tre volumi di un mistico manoscritto, che, secondo l’anziano, erano capaci di riportare la pace nel mondo e ristabilire la serenità tra il popolo. Zhang Jue si impegnò a fondo nello studio dei tre volumi e in breve tempo imparò alcune basilari arti magiche, che utilizzò per creare medicine particolarmente efficaci per gli abitanti dei villaggi vicini. Un gruppo sempre più nutrito di persone cominciò a seguire i suoi insegnamenti e in molti si consideravano ormai suoi seguaci, tanto che il ragazzo iniziò ad aspirare molto in alto e si convinse ben presto che, per riportare la pace e la giustizia nell’impero, avrebbe dovuto detronizzare l’imperatore e governare lui stesso il paese per il bene del mondo. Zhang Jue aveva già il favore di quasi un milione di persone, ma il trono era inavvicinabile senza l’appoggio degli eunuchi, perciò fece recapitare dei doni a palazzo, ma l’inviato incaricato di consegnare le offerte tradì il suo mandante e rivelò il complotto. La ribellione, ormai scoperta, non poté più attendere, così i tre fratelli Zhang radunarono i propri seguaci e li organizzarono come un esercito, poi, facendo indossare a tutti un turbante giallo, nell’anno 184 marciarono verso la regione di Youzhou, nel nord-est del paese.
Il protettore imperiale incaricato di amministrare Youzhou si confrontò con il comandante Zou Jing e decise di emanare un bando per arruolare nuovi soldati e fronteggiare l’insurrezione dei sempre più numerosi Turbanti Gialli. Gli appelli vennero esposti in ogni centro abitato della regione e uno di questi venne letto da un distinto vent’ottenne di nome Liu Bei, che abitava in un villaggio vicino alla città di Zhuo. Il ragazzo apparteneva alla casata Han perché discendeva dal fondatore della dinastia, Liu Bang, ma il ramo della sua famiglia, un tempo importante e rinomato, era caduto in disgrazia, pertanto il giovane vendeva sandali di paglia e intrecciava vimini per guadagnarsi da vivere, anche se, sin dalla tenera età, gli oracoli concordarono nel pronosticargli un destino celebre e glorioso. Liu Bei stava leggendo il bando del protettore imperiale e divenne triste nel venire a sapere che il popolo stesse insorgendo contro l’imperatore. Questo cambiamento di umore venne notato da un esuberante personaggio alle sue spalle, che, con voce profonda e decisa, lo spronò ad arruolarsi, dato che aveva notato in lui la volontà di reprimere la rivolta. Liu Bei volse lo sguardo e scoprì un possente ragazzo poco più giovane di lui, che si presentò con il nome di Zhang Fei, abitava in una fattoria nelle vicinanze e faceva il macellaio. I due decisero di ristorarsi in una locanda prima di presentarsi all’ufficio governativo per l’arruolamento e, mentre stavano conversando amichevolmente, notarono l’ingresso di un ragazzo di alta statura e con una bellissima barba, aveva un fiero portamento e un aspetto maestoso, e con voce squillante sollecitò l’oste di servirlo velocemente perché aveva fretta di diventare un soldato per servire il paese. Liu Bei rimase colpito dal nuovo arrivato e, incuriosito, gli si avvicinò per intraprendere una conversazione. L’uomo, di nome Guan Yu, arrivava da lontano ed era in fuga perché aveva ucciso un farabutto che si era permesso di agire senza remore solo perché ricco e potente. Zhang Fei notò una fervente determinazione negli occhi delle due persone appena conosciute e, non da meno risoluto e deciso, li invitò alla propria fattoria per compiere un sacrificio al Cielo e alla Terra per giurare assieme di difendere la patria dai ribelli.
Dietro la fattoria di Zhang Fei si trovava un bellissimo giardino con alberi di pesco in fiore, nel quale i tre uomini offrirono in sacrificio un bue nero e un cavallo bianco e giurarono eterna fratellanza per aiutarsi l’un l’altro durante le battaglie che avrebbero affrontato. Al termine della celebrazione, Guan Yu e Zhang Fei si inchinarono a Liu Bei onorandolo come fratello maggiore, e successivamente invitarono gli abitanti del villaggio per festeggiare bevendo e cantando. La fortuna venne in loro aiuto, alle quasi cinquecento persone che si erano riunite nel Giardino di Pesco condividendo gli ideali di pace dei tre fratelli giurati, si aggiunsero due ricchi mercanti, che, infuriati contro i Turbanti Gialli che avevano fatto scoppiare la rivolta nelle città dove di solito concludevano ottimi affari, donarono cavalli e denaro a Liu Bei e compagni a favore della loro causa. Il giorno seguente vennero pagati dei fabbri perché forgiassero armi e armature di ottima fattura per i cinquecento uomini del giardino di pesco, Liu Bei chiese che gli venisse realizzata una coppia di spade, Guan Yu diede indicazioni per costruire un pesante bastone terminante con una lama ricurva, che chiamò Alabarda del Drago Verde, mentre Zhang Fei preferì una lunga lancia a cui diede il nome di Lancia Serpente.
I tre fratelli, con al seguito il piccolo esercito formato dai propri seguaci, si presentarono dal protettore imperiale di Youzhou, che, venuto a conoscenza del nobile retaggio di Liu Bei, decise di dare fiducia a quei giovani volenterosi arruolandoli nell’esercito agli ordini del comandante Zou Jing. Pochi giorni più tardi scoppiò la rivolta, e Zou Jing scelse di inviare i tre fratelli e i loro cinquecento uomini ad affrontare un gruppo di cinquantamila ribelli sulle Colline Daxing. Guan Yu e Zhang Fei dimostrarono immediatamente il loro valore, uccisero in duello due generali ribelli, mentre Liu Bei fece avanzare il suo piccolo esercito uccidendo in breve tempo i restanti uomini, che, spaventati e senza alcuna strategia militare, stavano cercando di fuggire. Il giorno seguente giunsero richieste di soccorso da parte del protettore imperiale di Qingzhou, Liu Bei si offrì volontario, e il comandante Zou Jing, fidandosi dei tre fratelli, assegnò loro cinquemila uomini per soccorrere la regione. La città di Qingzhou era assediata da numerosi Turbanti Gialli, che riuscirono a respingere senza difficoltà i pochi rinforzi assegnati a Liu Bei. I tre fratelli capirono che per superare il nemico avrebbero dovuto servirsi di una strategia, quindi Liu Bei fece avanzare nuovamente il suo esercito, ma quando i Turbanti Gialli si avvicinarono, si ritirò facendosi inseguire verso una piccola vallata, dove Guan Yu e Zhang Fei li sorpresero da due lati. Liu Bei tornò all’attacco, i ribelli cercarono la fuga verso la città di Qingzhou, ma il protettore imperiale fece uscire il suo esercito e la vittoria fu schiacciante.
Zou Jing si congratulò con i tre valorosi fratelli, e Liu Bei chiese il permesso di condurre l’esercito verso Guangzong perché il comandante Lu Zhi, suo caro amico e maestro di infanzia, stava affrontando un’orda di centocinquantamila Turbanti Gialli guidata da Zhang Jue in persona. A Liu Bei venne accordato il permesso, ma, raggiunta Guangzong, Lu Zhi garantì di essere in grado di sconfiggere Zhang Jue, perciò assegnò a Liu Bei ulteriori mille soldati e lo convinse a prestare soccorso ai generali Huangfu Song e Zhu Jun, che stavano per essere sconfitti a Yingchuan dagli attacchi congiunti di Zhang Bao e Zhang Liang. I Turbanti Gialli si erano accampati in un campo con erba molto alta attorno a Yingchuan, quindi Huangfu Song, scesa la notte, ordinò di dare fuoco alla radura costringendo i ribelli a scappare per salvarsi la vita. La fuga, però, venne arrestata da Cao Cao, un giovane comandante di cavalleria. Cao Cao era un ragazzo alquanto intelligente, terminati gli studi a vent’anni, venne assunto come ufficiale civile in una contea di Silizhou, il distretto capitale, divenendo in breve tempo molto noto per la sua diligenza. Quando scoppiò la ribellione dei Turbanti Gialli, venne nominato generale e fu assegnato al comando di cinquemila cavalieri dimostrando di avere una particolare propensione per la carriera militare. Grazie all’intervento della cavalleria, i ribelli vennero sconfitti, ma Zhang Bao e Zhang Liang riuscirono a scappare verso Guangzong con l’intento di annettere i pochi superstiti all’esercito di loro fratello maggiore, così Huangfu Song ordinò a Cao Cao di inseguirli.
Liu Bei stava per raggiungere Yingchuan, quando notò i generali Huangfu Song e Zhu Jun venirgli incontro, venne informato della sconfitta dei ribelli e gli fu ordinato di tornare a Guangzong, ma, lungo la strada del ritorno, incrociò un carro prigionieri con all’interno Lu Zhi. Liu Bei scese immediatamente da cavallo e si avvicinò all’amico chiedendo spiegazioni. Lu Zhi raccontò che stava per sconfiggere Zhang Jue, ma il capo dei Turbanti Gialli era ricorso ai suoi poteri sovrannaturali per ribaltare la situazione. Un avido eunuco, venuto a indagare sulla sconfitta, aveva preteso una tangente, ma, siccome gli venne negata, mentì all’imperatore dichiarando che Lu Zhi si fosse nascosto per evitare di combattere, di conseguenza era stato arrestato e sostituito con il più affidabile comandante Dong Zhuo, governatore di Hedong.
I tre fratelli tornarono affranti a Zhuo, ma due giorni più tardi ricevettero notizie di un conflitto in corso, Zhang Jue stava sopraffacendo l’esercito guidato da Dong Zhuo, perciò si precipitarono sul campo di battaglia e riuscirono a salvare all’ultimo momento il comandante da una morte certa. Tornati all’accampamento, Dong Zhuo chiese quale grado militare avessero i tre salvatori e, siccome erano dei semplici soldati, li congedò malamente e senza nemmeno ringraziarli. Zhang Fei si infuriò e, intenzionato a vendicare l’insulto, si diresse spada alla mano verso la tenda del comandante.