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Le nove dignità

A partire dalla dinastia Han, l'imperatore, e lui solo, aveva il potere di elargire un riconoscimento speciale, chiamato dignità, a un ufficiale, civile o militare, che si era particolarmente distinto. Ricevere uno di questi doni poneva l'ufficiale a un livello degno di grande rispetto, venire elogiato con due riconoscimenti era evento estremamente raro, mentre beneficiarne di tutti e nove era pressoché impossibile. Chi avesse ricevuto le nove dignità, infatti, avrebbe raggiunto ipoteticamente un rango talmente elevato da essere solo un gradino più in basso dell'imperatore stesso.

L'assegnazione di tutte e nove le dignità diventavano, quindi, uno strumento politico più che un reale elogio di eccelse qualità, e spesso l'imperatore era costretto con la forza, minacciato e obbligato a concedere questi riconoscimenti a chi era intenzionato a spodestarlo.

Le cronache storiche riportano che la prima persona a ricevere le nove dignità fu nell'anno 5 D.C. Wang Mang, noto per aver usurpato il trono della dinastia Han e per aver regnato quattordic'anni con la dinastia Xin fino alla rivolta per ripristinare i precedenti regnanti.

Non c'è da stupirsi, quindi, che in molti rifiutarono di ricevere le nove dignità per non essere accusati di ribellione. Così capitò quando Sun Quan propose a Gongsun Yuan di diventare principe di Yan (capitolo 106), nel romanzo non è riportato, ma gli furono offerte anche le nove dignità, mentre Zhuge Liang le rifiutò dopo che Li Yan gli suggerì di prendere il posto di Liu Shan alla guida del regno di Shu (vicenda non riportata nel romanzo).

Chi, invece, le accettò fu Sun Quan quando decise di sottomettersi al regno di Wei (capitolo 82), Sima Yi, come riconoscenza per aver ucciso Cao Shuang dopo la visita alle Tombe Gaoping (capitolo 107), Sima Zhao, pretese con la forza dal debole imperatore Cao Mao con l'intenzione di usurpargli il trono (capitolo 114), ma soprattutto Cao Cao (capitolo 61), a cui era permesso persino presentarsi a corte armato e di non affrettarsi se convocato dall'imperatore.

Il classico dei riti, un celebre manoscritto del terzo secolo A.C. in cui sono descritti i riti e le cerimonie di corte, elenca nel dettaglio le nove dignità 九锡:

  1. Dono della carrozza e cavalli. Ai virtuosi veniva assegnato una carrozza da lu 大辂车 con tiranti d'oro, una carrozza da guerra e otto cavalli neri.

  2. Dono delle vesti. A chi sa calmare le persone veniva concessa la possibilità di indossare gli abiti imperiali chiamati mianfu 衮冕之服 e un paio di scarpe rosse chiamate chixi 赤舄.

  3. Dono della musica. A chi sa far felici le persone veniva donato uno zhongqing 钟磬, un antico strumento musicale cinese composto da diverse campane in sospensione.

  4. Dono della porta rossa. A chi sa mantenere ordinata la propria abitazione veniva laccata la porta d'ingresso di rosso.

  5. Dono della scala. A chi cammina con compostezza viene concesso di recarsi a palazzo utilizzando una scala riservata in modo da raggiungere la sala del trono attraverso un corridoio privato lontano dagli sguardi degli altri ufficiali.

  6. Dono delle guardie armate. A chi sconfigge il male sono concessi trecento soldati a sua protezione armati di alabarda o di spada .

  7. Dono dell'arco e delle frecce. A chi vince l'ingiustizia sono concessi speciali arco e frecce rossi e neri.

  8. Dono dell'ascia. A chi deve punire i colpevoli viene donata un'ascia, simbolo di autorità.

  9. Dono del vino cerimoniale. A chi dimostra grande pietà filiale viene concesso di omaggiare i propri antenati con il juchang 秬鬯, il vino cerimoniale preparato con raro miglio nero e curcuma.

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